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Scoperta la bottiglia d’olio più antica al mondo
Ritrovata a Pompei e individuata da Alberto Angela tra i reperti del Mann di Napoli
Era conservata nei depositi del MANN, il Museo archeologico di Napoli, ma non è passata inosservata agli occhi di Alberto Angela che, nel 2018 in occasione di un sopralluogo ai depositi del MANN durante le registrazioni di un servizio per Superquark, aveva notato una bottiglia ancora piena per più di metà del suo contenuto.
Cosa conteneva? Olio? Vino? E a che epoca apparteneva?
Da qui il via agli studi che hanno visto coinvolti il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN). Le ricerche, condotte da un team multidisciplinare coordinato dal Professore Raffaele Sacchi, hanno portato alla luce il più vecchio campione di olio di oliva, conservato per secoli in una bottiglia di vetro sepolta dapprima sotto le ceneri dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e poi rimasta nei depositi del Museo dal 1820.
L'utilizzo del vetro per la conservazione degli alimenti divenne ampiamente diffuso in epoca romana in quanto i romani scoprirono che i contenitori di vetro mantenevano inalterati i liquidi al loro interno, e che nei recipienti di vetro scuro si mantenevano ancora meglio.
Ma pare che preferissero contenitori non troppo scuri perchè la trasparenza dava la possibilità di verificare il livello e le condizioni del contenuto e li rendeva adatti all'immagazzinamento, alla conservazione, all'esposizione e alla vendita di materiali di ogni tipo.
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