Vitop offre il pacchetto completo: oltre al rubinetto anche il contenitore per il vino (i sacchi Bag-in-Box prodotti in Spagna e Francia) e la scatola di cartone in sinergia con la Smurfit Kappa.
Crisi da pandemia? Tutt’altro. «La gente ha cucinato di più e consumato più vino e il bag in box si è affermato non solo in Italia. Noi esportiamo il 95% della nostra produzione, soprattutto in Scandinavia, dove ormai il 70% del consumo avviene in queste confezioni, in Belgio, ma anche in Francia, dove ci si potrebbe immaginare una certa resistenza, ormai la metà dei clienti chiede vini in scatola».
Manca la parte Horeca (hotel, restaurant, cattering). «I nostri contenitori di maggiori dimensioni sono usati anche dalla ristorazione, anche se di solito non si mostrano ai clienti. Speriamo che il settore possa riprendere presto in pieno l’attività».
[...] Noi garantiamo a rubinetto sigillato una scadenza di 18 mesi, ma se si apre è meglio consumarlo entro 12 settimane, è come una bottiglia stappata».
La tenuta perfetta è una manna per altri liquidi commestibili: i bag-in-box si usano anche per l’olio, più sensibile del vino alla luce, o l’aceto, i succhi di frutta e altre eccellenze mediterranee: «E il latte fresco in scatola può durare fino a 3 settimane. I nostri contenitori sono usati anche per detersivi e igienizzanti che hanno conosciuto un boom. Stiamo sviluppando nuovi modelli di packaging morbido e di tappi, più piccoli, quindi con meno plastica».
Ecco appunto, il cartone è solo una parte: «Tutto ciò che viene a contatto con i liquidi alimentari per legge non può essere in plastica compostabile, cioè deperibile. Tuttavia, siamo la prima azienda certificata nell’uso di resine plastiche provenienti non da fonti fossili, ma da scarti di cellulosa. [...]».
Alla Vitop, producono anche altri accessori per i bag in box, come le maniglie. E costruiscono macchine per riempirli: «In 20 anni ne abbiamo fatte oltre mille, i clienti maggiori sono le cantine: noi forniamo tutta la base, loro devono solo stampare testo e loghi». Vitop ha una novantina di dipendenti, un fatturato attorno a 50 milioni e una certificazione sulla sicurezza Iso 45001: da 3 anni non si registrano incidenti in fabbrica.
Fonte: La Stampa - Articolo di Piero Bottino
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