PROMUOVERE L'OLIO: Nuove opportunità di comunicazione per le imprese olivicole

Si fa presto a dire oleoturismo, la verità è che se l'enoturismo è in netto miglioramento ma con importanti criticità ancora da risolvere (per approfondire leggi il nostro precedente articolo qui); il turismo dell'olio non è da meno. Per quest'ultimo in particolar modo, sono state riscontrate non poche difficoltà portate alla luce dagli stessi produttori e che interessano innanzitutto un divario comunicativo dell'intero comparto, al punto tale da interrogarci sulle percezioni di consumatori (e non) "intorno all'olio".

Il cibo rappresenta un ottimo motivo per spostarsi, l'olio alla base della Dieta Mediterranea non può di certo mancare.
Tuttavia gli eventi ed il turismo ad esso legati sembrano non viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda, per cui, quelle che potrebbero prefigurarsi come opportunità di una maggiore conoscenza del settore, rischiano di diventare delle occasioni mancate o peggio ancora sprecate.
Dai dati emersi, risulta che del 69% dei turisti italiani che si è dichiarato desideroso di visitare un frantoio o un’azienda olivicola, il 37% lo ha realizzato concretamente; una lettura non del tutto negativa ma che denota una discrepanza tra l'intenzione e l'azione. Volendo concentrarci solo sugli aspetti legati alla mancanza di interazione; quali possono essere, quindi, le strategie utili per coinvolgere maggiormente gli utenti?

Oltre a contribuire alla diffusione di contenuti che potrebbero incuriosire i turisti in cerca di esperienze sempre più stimolanti e particolari, potrebbero entrare in gioco diverse forze in grado di amplificare la risonanza di queste new vibes ancora troppo lontane.
Tra le strategie infatti, si pensa ad una più consapevole comunicazione, basata non solo sull'utilizzo di canali comuni come i social media, ma di una rivoluzione nell'elaborazione di questi contenuti. Tra le modalità individuate, un'idea sfidante è sicuramente quella della PNL, ovvero della Programmazione Neuro Linguistica, in utilizzo già in diversi settori e che nell'olio, potrebbe procurare cambiamenti non di poco conto.
Comunicare bene non vuol dire soltanto utilizzare parole giuste, ma usare parole e strumenti che fanno leva sulle emozioni e sui comportamenti degli utenti, tali da consentire una narrazione adeguata di un mondo così complesso come quello dell'olio.

Dall'articolo di OlioOfficina, di Alice Bonaro, si legge:
«Nel mondo sempre più competitivo dei social media, la PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) offre strumenti avanzati per migliorare la comunicazione e coinvolgere il pubblico. La PNL, analizzando i modelli di pensiero e comportamento umani, permette di creare contenuti che risuonano profondamente con le emozioni del pubblico di riferimento. Tecniche come il mirroring e il rapport building consentono di stabilire una connessione autentica con gli utenti, facendoli sentire compresi e apprezzati.
Oltre alla creazione di contenuti persuasivi, la PNL aiuta ad analizzare i comportamenti dei followers e a personalizzare la comunicazione in tempo reale. Questo garantisce che i messaggi siano sempre in linea con le aspettative ei bisogni degli utenti, ottimizzando l’efficacia delle campagne di marketing».

L'uso di strumenti comunicativi del genere aiuterebbero ad intercettare i bisogni e a tradurli in esperienze, tali da creare maggiore coinvolgimento tra i fruitori e dare una forte spinta ad un comparto che troppo spesso soffre di alterazioni e cambiamenti, purtroppo non sempre in positivo. Ci auguriamo presto di poterne riparlare e di affrontare una più accurata analisi con dati tangibili.

Fonti: Strategie di Marketing. Si aprono nuove frontiere per l'olio Evo - Olio Officina Magazine
Non basta dire oleoturismo. Occorre cercare i turisti - Olio Officina Magazine

 

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