News
Vendemmia 2024: stime e criticità in un anno in leggera ripresa
Dopo le performance del 2023 che mostravano un calo netto sulla vendemmia 2022, il 2024 segna un leggero miglioramento: le stime vendemmiali riportate da Osservatorio Assoenologi, Ismea e UIV, parlano di circa 41 milioni di ettolitri.
In occasione del G7 Agricoltura, tenuto ad Ortigia lo scorso settembre, tra le varie tematiche affrontate, si è aperta una grande parentesi sulla vendemmia di quest'anno.
Nonostante ci sia stato un incremento del 7% sul 2023, questo dato lascia spazio a non poche preoccupazioni.
Facendo un confronto con le stime attese - le previsioni miravano a raggiugere i 43-45 milioni di ettolitri - il risultato resta critico, evidenziato soprattutto dal confronto con l'intero quinquennio, dove si è registrata una flessione del 12.8% rispetto alla media produttiva. Cosa è andato storto?
A guidare questa criticità, inutile negarlo, sono i cambiamenti climatici e soprattutto le forti differenze tra le regioni italiane. Fenomeni sempre più estremi caratterizzano ed influenzano radicalmente i raccolti, rendendo necessarie misure atte ad arginarne le conseguenze.
I fenomeni di siccità al Sud e di piogge copiose al Nord riflettono nelle stime queste problematiche; si parla di un'annata contenuta anche se di qualità.
Si è registrata infatti, una tenuta modesta delle regioni settentrionali con un +0.6%, accompagnata da una ripresa importante del Centro con un +29.1%. Un timido incremento si registra anche al Sud con un +15.5% che tuttavia non basta a risollevare le produzioni nel medio-lungo periodo che confermano una flessione del 25.7%.
Spiccano particolarmente le regioni Abruzzo e Molise che raddoppiano la produzione, bene il raccolto per Toscana, Lazio, Umbria e Marche, poi Campania, Basilicata, Puglia e Calabria al sud. A parte una piccola ripresa per l'Emilia Romagna, restano stabili Veneto, Friuli, Piemonte e Liguria. Le note negative arrivano da Lombardia, Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige e le isole.
Un'amara consolazione è il primato produttivo mondiale che ritorna all'Italia, poiché la capolista dell'anno precedente, la Francia, subisce una drastica contrazione, registrando un -18% rispetto al 2023.
Il presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella dichiara: “È stata una delle vendemmie più impegnative che ricordi nella mia ormai lunga esperienza di enologo. Una vendemmia quella del 2024 condizionata in maniera importante da una significativa trasversalità meteorologica che ha messo alla prova i viticoltori italiani da nord a sud del Paese. In particolare, la vendemmia di quest’anno si inserisce in un quadro meteorologico estremo, caratterizzato da un’instabilità climatica che ha influito inevitabilmente sulla produzione delle uve. Le varietà più precoci, in alcune zone, sono state raccolte con rese inferiori e una qualità segnata dalle condizioni meteorologiche avverse, mentre le varietà più tardive hanno subito ritardi o anticipi nella maturazione, con un impatto significativo sul bilancio zuccherino e acidico delle uve stesse. Tuttavia, nonostante le difficoltà, ciò che emerge come un fattore determinante per la qualità finale dei vini è proprio il lavoro degli enologi. Mai come quest’anno, siamo stati chiamati a dimostrare la nostra competenza scientifica e il nostro sapere tecnico per gestire al meglio sia la conduzione della vigna sia quella della cantina. In campo, abbiamo dovuto adottare strategie precise per ottimizzare l’uso delle risorse idriche, monitorare lo stato di salute delle piante e decidere il momento esatto della vendemmia per ottenere uve al massimo del loro potenziale. In cantina, il lavoro è stato cruciale per valorizzare la materia prima, lavorando con precisione per compensare gli squilibri creati dalle condizioni meteorologiche”.
Fonti
-Ismea stime vendemmiali 2024
-Vendemmia 2024, luci e ombre | Qualche dato e la parola a 10 produttori
Lascia un commento
L'indirizzo email non verrà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.