Studio sulla riciclabilità dei materiali per contenitori: è il vetro il più virtuoso

A Roma, lo scorso 18 marzo, in occasione dell'appuntamento annuale che Assovetro detiene con la stampa - momento utile per fare il punto della situazione su sostenibilità e sfide future con Enti del settore e realtà ivi operanti - è stato presentato uno studio condotto dal Prof. Vincenzo M. Sglavo dell’Università di Trento, che ha analizzato la riciclabilità dei principali materiali per contenitori — vetro, PET, alluminio e multistrato — mettendone in luce pregi e criticità. Il titolo “La riciclabilità dei materiali per contenitori: la specificità del vetro”, ci preannuncia come questo confronto abbia portato a decretare il vetro come soluzione più virtuosa, alla luce di diversi parametri...di seguito riportiamo qualche risultato di particolare interesse.

Innanzitutto, per valutare l'impronta ecologia di ciascun materiale, lo studio parte con un'analisi del ciclo lineare dei materiali, dal reperimento alla produzione, fino al loro impiego. Successivamente se ne affronta l'aspetto circolare, la loro trasformazione, e soprattutto, l'esempio positivo di una maggiore propensione al riciclo, in termini energetici, di equilibrio ambientale e di riduzione dello sfruttamento delle risorse primarie.
Premesso che un'economia circolare si basa su una sinergia di diversi fattori, tra i quali anche la possibilità di strutture e modelli adeguati a garantire un recupero totale dei materiali ed una maggiore sensibilità delle singole parti, in quanto apporto fondamentale per un corretto conferimento dei rifiuti; si passa al confronto dei 4 materiali, maggiormente utilizzati nel packaging alimentare.

È proprio in quest'ottica di circolarità che emerge il vetro, come elemento che potenzialmente ed effettivamente si distacca dagli altri: in sintesi, richiede minori quantitativi di energia (e quindi minori emissione di CO2) ed il consumo di acqua è trascurabile considerati i 3 materiali presi in esame.

Alcuni punti di forza e di debolezza dei materiali vengono così raccontati nella nota all'evento:

«Tra gli up and down che emergono dallo studio, vetro e alluminio vincono la sfida del riciclo, mentre il multistrato non supera il 40%. Multistrato e allumino sono i peggiori per consumo di acqua rispettivamente con 1.350 litri e 1.000 litri ogni Kg, il vetro consuma invece solo 14 litri per chilogrammo di materia prodotta. La minor impronta di CO2 tra i 4 contenitori esaminati si riscontra nella produzione di vetro e multistrato, rispettivamente 600 grammi per Kg e 1 Kg ogni Kg. Il minor utilizzo di energia per produrre un kg di materiale riciclato vede in testa il vetro 9 Mj/Kg, seguito dal multistrato con 24 Mj/Kg. Il vetro sconta poi la sua alta densità: una bottiglia da 500ml pesa circa 15 volte in più, ad esempio, di una lattina di alluminio della stessa capacità».

Nonostante il perdurare di una crisi geopolitica dal 2023 ad oggi e che ha visto impennare i prezzi con un conseguente calo della domanda (2024 ha chiuso con un calo della produzione del 3,4% totale per vetro cavo rispetto al 2023), ci si aspetta un miglioramento delle performance del vetro. I sistemi di raccolta vetro godono infatti di modelli capillari esemplari - il tasso di riciclo è stimato dell’81,9% al 2024! - ma bisogna lavorare tutti, a partire dal singolo cittadino, affinché questo sistema, non solo per il vetro ma per i materiali tutti, diventi un esempio pregevole, consolidato e integrato pienamente nella nostra quotidianità.

Fonte:
Assovetro - "Vetro, PET, alluminio e multistrato. Quattro packaging a confronto"

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